Rapporto annuale 2020 Istat, l’Italia digitale arranca
Partiamo dalle basi, anzi dalle fondamenta. Qual è il grado di diffusione di internet in Italia? Già, perché non tutti hanno accesso alla rete, condizione necessaria per l’accesso ai servizi ICT. L’Italia parte dietro, naturalmente in un confronto internazionale. Nel 2019 hanno utilizzato internet regolarmente il 74% degli utenti tra i 16 e i 74 anni, dato comunque in rialzo di 5 punti percentuali rispetto a ciò che avveniva nel triennio precedente. Gli altri paesi in Europa? Sono passati dall’81% all’85%. Dati che confermano in maniera emblematica l’arretratezza italiana fanno riferimento ai non utenti. In Italia si attestano intorno al 20%, contro l’11% della media europea.
Le situazioni più difficoltose dal punto di vista dell’assenza di collegamento ad Internet, sono state vissute dalle famiglie composte da solo persone anziane o dalle famiglie in grande difficoltà economica. Ma non è tutto oro quel che luccica nemmeno per il resto delle famiglie dove gli internauti non sono quasi mai la totalità dei componenti.
Oltre l’accesso ad internet c’è la capacità di utilizzo ed un approccio digitale molto al di sotto della media europea. Anche senza considerare il confronto con gli altri Paesi dell’Unione, appena il 40% delle famiglie ha nel proprio nucleo un componente con competenze digitali elevate. Solo il 33% delle famiglie ha almeno una persona con competenze digitali di base. Sicuramente la distanza digitale può essere attribuibile a fattori come la condizione economica e sociale, ma nasce soprattutto da errori d’approccio a questo mondo da parte delle Istituzioni che non hanno, fino a questo momento, dato la giusta considerazione al mondo digitale. Forse il Covid-19 ha in qualche modo smosso le coscienze e messo l’Italia in una condizione obbligatoria e senza via d’uscita. Ora il digitale, più di prima, può rappresentare il presente ed il futuro della nazione.